William Fitzgerald: teoria della riflessologia plantare
In Occidente, le prime tecniche correlate alla riflessologia plantare sono pervenute solamente all’inizio di questo secolo grazie al
Dott. William Fitzgerald che è da considerare, appunto, per noi occidentali, il padre di questa moderna disciplina.
Il Dott. William Fitzgerald (1872-1942), chirurgo otorinolaringoiatra americano, è nato a Middletown e si è laureato in medicina all’Università del Vermont. Ha lavorato presso importanti ospedali sia a Londra che a Vienna.
Ha iniziato a studiare le diverse tecniche di riflessologia plantare sin dal 1902 con l’intento di utilizzarle come antidolorifico sui suoi stessi pazienti, con lo scopo magari di evitare l’uso dell’oppio.
Egli aveva studiato come gli sciamani pellerossa, tramite la stimolazione di punti riflessi nelle mani e nei piedi, riuscivano ad ottenere effetti analgesici: è da lì che nacquero le prime intuizioni del suo metodo. Grazie alle cosiddette “Linee di Fitzgerald”, egli divise il corpo in 10 linee che, partendo dalla testa arrivano agli arti superiori ed inferiori.
La teoria zonale del Dott. William Fitzgerald
La sua teoria (TEORIA ZONALE) afferma che trattando un punto in digito-pressione si va ad esercitare un’azione diretta sull’organo corrispondente a quella linea.
Le linee, inoltre, risultano collegate tra di loro da un flusso di energia.
Esse quindi possono influire una sull’altra. Tracciò inoltre altre tre linee orizzontali a livello dei piedi, una alla base delle dita, un’altra tra ossa corte e lunghe ed una terza a livello del calcagno: la pressione su tali punti viene definita appunto “massaggio zonale”.
Principi cardine della riflessologia plantare
La riflessologia plantare si basa su un principale assunto: tutto il corpo umano è sede di punti riflessi che, se stimolati, possono lenire tensioni e dolori.
I piedi possiedono aree riflessogene sulla pianta, sui bordi e sul dorso stesso collegate a vari organi del corpo.
Ne consegue che, una stimolazione, se effettuata in punti ben precisi ed in maniera consapevole e attenta, può trasmettere impulsi benefici agli organi interessati, ossia collegati per riflesso.
Alla base dunque di questa diffusissima ed antichissima tecnica vi è la riflessologia, ben nota nel campo dell’anatomia sin dalla notte dei tempi.
Sono ormai ben noti anche
i principali benefici
della riflessologia plantare
Effetti correlati alla riflessologia plantare e precauzioni
Gli effetti principali che conseguono all’applicazione della riflessologia plantare sono davvero i più vari. Tra questi, impossibile non menzionare la capacità di favorire l’eliminazione delle tossine e la riduzione della tensione, con conseguente sollievo contro
mal di schiena, artrosi cervicale, dolori articolari, lombalgie e sciatalgie.
La riflessologia plantare si è dimostrata, inoltre, di valido aiuto contro emicranie, allergie, problemi mestruali, digestivi
e disfunzioni varie.
Già dopo le prime sedute si può percepire una sensazione di benessere e di rilassamento.
Ovviamente, non deve essere considerata una cura in senso stretto: la riflessologia plantare è di efficace aiuto in condizioni di malessere lievi.
Diversamente, ossia in presenza di patologie certificate e/o croniche,
non deve essere intesa come sostitutiva di un trattamento farmacologico dietro indicazione medica.
Inoltre, in presenza di individui affetti da diabete insulino - dipendente, di osteoporosi e nelle donne in gravidanza, sarà preferibile evitare il trattamento in questione.